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martedì 30 aprile 2019

ROSOLINA, SOLIDARIETÀ AL PICCOLO GIORGIO: FIOCCHI AZZURRI ALLE VETRINE, TUTTA ITALIA LO VUOLE ADOTTARE. I DETTAGLI DEL RITROVAMENTO

Sono trascorsi sei giorni dal fortuito ritrovamento di un neonato abbandonato al cimitero di Rosolina, al quale le infermiere dell’ospedale di Adria hanno posto il nome di Giorgio. E se anche i tempi per l’adozione del piccolo, che ora cresce sano alla nursery di Rovigo, non sono brevissimi, il paese polesano si è stretto nella solidarietà e nella condivisione. L’associazione Rosolina Shopping, che raggruppa le botteghe del centro, ha lanciato con Sofia Barison l’idea di apporre fiocchi azzurri alle vetrine, subito mutuata da tanti esercenti: alcuni hanno anche affisso il cartiglio “benvenuto Giorgio, 24 aprile 2019”. «Abbiamo adottato questo bambino tutti assieme», ha detto una negoziante, nella speranza che i tempi per l’affido siano rapidi.
Anche il Comune di Rosolina, con il sindaco Franco Vitale, ha chiesto di essere partecipe dell’iniziativa: «Tanta vicinanza al bambino, come sono state tante le telefonate e le richieste di adozione giunte anche in municipio da persone giovani e meno giovani, da tutta Italia. Sappiamo che il Paese risponde nei momenti difficili, è un popolo che si muove per dare valore alla vita e gestire la situazione nell’emergenza. Senza peraltro voler colpevolizzare la madre prima del tempo».
Alla donna che, volontariamente o costretta, ha dovuto vivere il dramma della separazione dal suo neonato va il pensiero di un’altra cittadina, che al microfono di Azzurra lancia l’appello a battersi affinché anche il territorio di Rosolina possa contare sopra una culla termica, di modo da partorire in sicurezza per madre e bimbo anche in casi del genere, nell’assoluto anonimato: «Dietro una bella notizia c’è sempre il dramma – ha detto la signora – dal momento che non si conoscono le condizioni della donna né perché lo abbia fatto».

A passeggio per il paese anche l’anziana che casualmente si è imbattuta nella culla improvvisata, la mattina dello scorso mercoledì 24 aprile: «Ero, come spesso succede, al cimitero per onorare mio figlio Luca. Ma il cagnolino ha udito un vagito proveniente da quella borsa, dove è spuntata la mano e poi il braccio del piccolo. Così abbiamo allertato il 112 e poi il 118». Anche se non si chiamerà Luca, come avrebbe voluto la sua salvatrice, Giorgio non è da solo: ha con sé tutta una città che lo riconosce come suo figlio.

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